Crociera di Capodanno 1986
Il programma era il classico ma sempre affascinante porto dell'isola di Porquerolles ma con un nuovo gruppo di amici reclutati durante le vacanze estive.
Lasciammo il porto di ANTIBES nel pomeriggio del 27 dopo aver stivato per bene la barca, un GIN FIZZ , imbarcazione dei cantieri Jennau nomato " MAIDO ", con ogni genere di conforto. La giornata era caratterizzata da un clima decisamente estivo e da una brezzolina da nord di lieve intensità. Bordeggiammo vicino alle isole di Lerins ripromettendoci comunque una sosta al ritorno e facemmo quindi prua verso il porto di ST.RAPHAEL, stupidamente perchè nessuno di noi, io per primo in qualità di skipper, si informo' via radio delle condizioni meteo previste. Se ciò fosse stato fatto, probabilmente avremmo sicuramente limitato la navigazione a breve raggio, considerato che era stato lanciato un Securitè per un colpo di vento forza 7 (circa 30/35 nodi, ndr) da Nord. Ci capito' infatti tra capo e collo visto dal momento che il vento rinforzo' fino all'intensità prevista nello spazio di un paio di minuti o poco più. Ci trovavamo poco più ad ovest del golfo di ST.RAPHAEL e velocemente e, devo ammettere, efficientemente, riducemmo velatura al minimo. Visto che comunque si trattava del primo giorno di noleggio e navigazione , decisi di accendere il motore e procedere tirando dei bordi di bolina strettissima, aiutato sia dalle vele che dal motore per risalire il più velocemente possibile al vento e guadagnare il porto alla svelta.
Si era intanto spento il sole lasciando al suo posto una notte di intensa oscurità.
La navigazione prosegui' fino al momento in cui il motore ci pianto', emettendo il disdicevole suono del cicalino di allarme per mancato funzionamento. Al che si continuo' dando un po' di tela a prua in modo da poter stringere più efficacemente la bolina, mentre sottocoperta c'era un gran da fare per cercare di stabilire la nostra posizione e la giusta rotta da seguire per il porto di ST.RAPHAEL. Non posso dire di aver partecipato alle consultazioni avvenute da basso per stabilire il punto nave visto che ero in quel momento al timone, ciononostante ci trovammo all'ingresso di un porto abbastanza ridossato dal fetch dove decisi di entrare a vela incrociando tutto quello che potevo incrociare. Dio volle che giusto dentro l'ingresso del porto, di ridotte dimensioni comunque, il motore ripartii borbottando, permettendomi di attraccare senza troppi problemi.
Solamente una volta ormeggiati ci accorgemmo che il porto non era quello di ST.RAPHAEL bensi il vicino porto di ST.LUCIE.
La soluzione al problema fu di facile individuazione il giorno dopo: bastava vedere la quantità di carburante esistente nel serbatoio. Questa infatti era molto esigua e il tirare dei bordi al vento con un buon sbandamento, fece in modo di impedire al motore di aspirare correttamente carburante, impedendogli quindi di funzionare. L'errore consisteva nel fatto che riponemmo completa fiducia nella strumentazione di bordo di una barca a noleggio: l'indicatore del gasolio infatti al momento della partenza indicava il pieno completo mentre in effetti c'erano nel serbatoio circa una decina di litri.
A riguardo la manovra non si può dire di aver commesso cose molto poco ortodosse, se non il fatto di essere presi in parte dalla frenesia dell'arrivare, il che ci ha portato a prendere dei rischi che agendo in maniera diversa si sarebbero potuti evitare.
In questo caso le alternative che si potrebbero elencare, anche se non necessariamente in questo ordine, sono:
1 – una alternativa, e forse la più sicura, era quella di evitare di entrare in un porto sconosciuto e per di più di notte, allontanandoci dalla costa e navigando in acque più sicure, magari dirigendoci verso un porto conosciuto e quindi facilmente identificabile;
2 – evitare il problema alla base decidendo di non effettuare troppe miglia il primo giorno di navigazione, anche per saggiare le possibilità della barca e soprattutto dell'equipaggio;
3 – cercare di non tentare assolutamente di raggiungere un posto in banchina a vela con tutti i rischi del caso, ma dare fondo in prossimità del porto se ridossati o giusto dentro all'ingresso e provvedere successivamente a filarsi in banchina giuntando, se necessario, cime su cime.
I commenti del caso sono i soliti a proposito del noleggio delle imbarcazioni: i tempi con cui solitamente lavorano la maggior parte delle agenzie di noleggio sono talmente ridotti che difficilmente si può provvedere alla riparazione di piccole cose, vedi indicatore della benzina, che vuoi per dimenticanza vuoi per noncuranza si finisce per non sottolineare al momento del check-in.
Altra osservazione deve essere quella di rispettare sempre e comunque le regole base del buon senso che, se lo avessimo fatto, ci avrebbero portato all'ascolto del meteo per arrivare ad una decisione diversa sulla navigazione della prima giornata. Non si può certo dire che l'esperienza dell'equipaggio fosse tale da poter giustificare tale errore, ma forse risiede proprio in questo lo sbaglio: il fidarsi ciecamente l'un dell'altro, pensando che quello che non fa l'un sicuramente lo ha già fatto l'altro.
Non e' sempre così.
In merito alla parte tecnica si può dire che non e' consigliabile bordeggiare a motore e vela per il fatto che, carburante a parte, si può compromettere la girante di raffreddamento del motore, generando quindi dei problemi sicuramente maggiori che un semplice spegnimento dello stesso.
Il consiglio che invece terrò personalmente sempre presente, a costo di rimetterci a volte del danaro, sara' quello di effettuare sempre completo rifornimento prima della partenza e calcolare il consumo in termini di ore-consumo, operazione non certo complicata visto che in genere tutti i motori hanno un consumo più o meno equivalente.
Altra considerazione sta nel fatto che di notte il distinguere un porto da un altro non sempre e' cosi' facile, visto l'enorme quantitativo di luci esistente in costa, mentre di contro l'assenza di segnalazioni luminose sulle boe della marina poste molto spesso vicino ai porti, crea dei pericoli enormi: ne sfilammo un paio praticamente non vedendole alla bellezza di circa 5/6 nodi. Non oso pensare cosa sarebbe successo se ne avessimo abbordata solamente una.
Per concludere penso che sia simpatico ricordare un nanetto della serata: giusto nei momenti di maggiore confusione avevamo chiamato la capitaneria per cercare di ottenere un aiuto dall'esterno magari sotto forma di un rimorchio per evitare danni all'imbarcazione e all'equipaggio. L'" omino alla radio " ci chiese gentilmente se eravamo una barca a motore in panne e rimase molto sorpreso quando gli comunicammo che invece eravamo un imbarcazione a vela. Costui quindi, decisamente tranquillizzato, ci saluto' con un semplice "… siete una barca a vela, manovrate a vela".
Chi ama navigare affidandosi sempre e ovunque al motore, magari vantandosi di essere un grande velista, faccia prezioso tesoro di questa storiella.